Nella storia dell'Ossola, le vicende
verificatesi dall'8 settembre 1943 al 25
aprile 1945 ne fanno uno dei periodi più
intensi e importanti, anche per il riverbero
che le stesse hanno avuto in campo nazionale
e internazionale.
In questo arco di tempo un evento
significativo è stata la prima liberazione
della zona, nel settembre-ottobre 1944,
dando vita a quella che successivamente è
stata denominata "Repubblica dell'Ossola".
L'Ossola libera visse quaranta giorni di
democrazia intensa, quasi una prova generale
del futuro Stato italiano, retta da persone
di buon senso animate da ideologie diverse e
appartenenti a partiti differenti, ma che
lavorarono insieme per il bene della
collettività, senza inutili antagonismi.
In mezzo ad un conflitto tremendo i rettori
della "Repubblica dell'Ossola" avevano
saputo evitare inutili violenze, senza mai
far prevalere la "ragione" delle armi.
Si trattò di gente comune poi tornata
nell'ombra o antifascisti rientrati dalla
Svizzera, personaggi che talvolta nel
dopoguerra hanno poi assunto incarichi di
rilievo a livello parlamentare,
istituzionale e nei partiti della nuova
Italia.
La "Repubblica dell'Ossola" non è stata un
prodotto solo locale, ma una realtà che è
patrimonio di tutto un Paese e con un
respiro europeo.
L'Ossola e le sue Valli - Anzasca, Antrona,
Bognanco, Divedro, Antigorio e Formazza,
Vigezzo, senza dimenticare la limitrofa Val
Grande - e la Valle Cannobina sono percorse
da strade e sentieri che toccano o
attraversano luoghi dove la lotta di
liberazione ha lasciato dei segni, oggi più
o meno evidenti.
Ripercorrere queste strade, camminare su
questi sentieri, fermarsi in questi luoghi
significa effettuare un pellegrinaggio laico
alle radici della nostra Repubblica.