REPUBBLICA DELL'OSSOLA 70° ANNIVERSARIO 1944 - 2014

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GIUNTA PROVVISORIA DI GOVERNO - REPUBBLICA DELL'OSSOLA

Natale Menotti

Nato a Intra nel 1901 e morto 1982, è stato un partigiano e politico italiano. Di famiglia poverissima, era praticamente cresciuto in Seminario. Nel 1927 si era laureato in Giurisprudenza a Milano e durante il ventennio non accettò mai alcun compromesso con il regime. Si trasferì poi in Val d'Ossola e, col nome di copertura di Mari, fu commissario alle Finanze nella Giunta provvisoria di Governo della Repubblica dell'Ossola, alla cui caduta riparò in Svizzera. L'avvocato fu per due Legislature deputato al Parlamento. Fu presidente della provincia di Novara dal 1960 al 1970 ed, in tale veste, partecipò alla nascita di un "Raggruppamento unitario della Resistenza" e alla fondazione dell'Istituto Storico che porta oggi il nome di Piero Fornara. A Menotti è intitolata inoltre un'associazione culturale, fondata subito dopo la sua scomparsa, tuttora molto attiva a Verbania (vi sono anche conservati scritti e documenti su e dell'avvocato antifascista).

 

 

Luigi Zoppetti

Sacerdote, professore di liceo e patriota

Monteossolano 1888 - Domodossola 1970

Ordinato sacerdote, si laureò in scienze naturali all’Università di Torino e insegnò scienze e chimica al Liceo Classico Mellerio Rosmini. Dopo il 1943 entrò nella Resistenza mettendo in salvo sbandati e perseguitati politici grazie alla sua conoscenza e a quella di amici montanari dei passi diretti in Svizzera. Fece parte del C.L.N. di zona. Con il ritorno dei Tedeschi riparò nella Confederazione Elvetica e fu affettuosamente vicino agli Ossolani esuli nel Canton Vaud. Fu anche animatore e parte attiva di ogni attività benefica ossolana.

Da: Ossolani illustri, di Angela Preioni Travostino

 

Gisella Floreanini

Alias Amelia Valli, nata a Milano nel 1906 e morta nel 1993. Prese attivamente parte alla Resistenza.Uscita dal carcere in Svizzera, dove era stata rinchiusa per 4 mesi, raggiunse i partigiani in Val d’Ossola. Fu la prima donna in Italia a ricoprire un incarico governativo nella piccola, ma straordinaria “Repubblica partigiana” dell’Ossola. Responsabile dei “Gruppi di difesa della donna” venne chiamata all’incarico di Commissario all’assistenza e ai rapporti con le organizzazioni di massa. Al ritorno dei nazifascisti fu l’unica componente della Giunta a non riparare in Svizzera. Dopo un’epica ed estenuante marcia, raggiunse infatti le formazioni garibaldine della Valsesia e con esse, tra il dicembre 1944 e l’aprile del ‘45 continuò la lotta.

Profilo completo

Nata a Milano il 3 aprile 1906, di famiglia borghese, perse la madre a soli quattro anni e crebbe con la nonna paterna, la sorella e il padre Renato, commerciante, che volle per lei un’educazione laica e liberale. Conseguì il diploma al Conservatorio e insegnò storia della musica e pianoforte. Già durante il periodo degli studi coltivò importanti amicizie in ambiente antifascista, avviandosi alla militanza politica che divenne definitiva dopo il delitto Matteotti nel 1924. Espatriata in Svizzera, a Lugano, per poter lavorare, iniziò a portare in Italia materiale clandestino prodotto dagli esuli antifascisti. Seguirono anni difficili.  Si sposò con Gianni Todaro da cui ebbe la figlia Valeria. Rimase presto vedova, mentre la crisi del ’29  mise sul lastrico il padre. Ricercata dalla polizia politica, fu così costretta a lasciare la famiglia e a ritornare in Svizzera dove rimase dal 1938 al 1943. Nel 1934 aderì al movimento di Giustizia e Libertà, per entrare due anni dopo nel Partito socialista. Alla fine del 1941 si avvicinò al Partito comunista, che riteneva più deciso e organizzato nella lotta al fascismo, e l’anno successivo vi si iscrisse divenendo subito segretaria di sezione. Le sue doti di straordinaria organizzatrice e la sua dedizione alla causa, ne fecero presto un punto di riferimento importante sia tra i fuoriusciti che tra gli antifascisti in Italia. Dopo l’armistizio, alla fine del ’43 tornò così in Italia svolgendo un delicato ruolo di collegamento e sostegno alla nascente resistenza, trasportando documenti e soldi. Durante uno di questi viaggi fu fermata dalla polizia svizzera e, trovata, senza documenti, fu rinchiusa in carcere per quattro mesi. Mentre era in prigione venne abbandonata dal secondo marito, Vittorio Della Porta, un medico, conosciuto anch’egli tra i fuoriusciti nella Confederazione.

Uscita dal carcere raggiunse i partigiani in Val d’Ossola dove visse da protagonista la stagione più importante della sua vita. Fu infatti la prima donna in Italia, tra le tante che parteciparono alla Resistenza, a ricoprire un incarico governativo nella piccola , ma straordinaria “Repubblica partigiana” dell’Ossola tra il settembre e l’ottobre 1944.

Responsabile dei “Gruppi di difesa della donna” venne chiamata all’incarico di Commissario all’assistenza e ai rapporti con le organizzazioni di massa nel Governo Provvisorio costituitosi nel capoluogo ossolano. Il suo contributo ai famosi “quaranta giorni” di libertà fu enorme, sì che di lei l’intera valle conserva un ricordo quasi mitico. Certo ne divenne un simbolo, anche perchè al ritorno dei nazifascisti fu l’unica componente della Giunta a non riparare in Svizzera. Dopo un’epica ed estenuante marcia, raggiunse infatti le formazioni garibaldine della Valsesia e con esse, tra il dicembre 1944 e l’aprile del ‘45 continuò la lotta. Proprio in quel periodo venne inviata a Novara come Presidente del Comitato per l’Organizzazione delle Donne. A febbraio fu nominata Presidente del CLN provinciale e in tale veste trattò la resa dei nazifascisti nei giorni dell’insurrezione generale. Per quel ruolo ebbe a dire: “Il CLN di Novara nominò la sottoscritta suo Presidente non in quanto appartenente a un partito, ma in quanto donna, perché rappresentava e il coraggio e la partecipazione di migliaia di donne italiane”.

Alla fine del conflitto, nel 1946 fu nominata componente la Consulta Nazionale e, successivamente, venne eletta deputata al Parlamento per il collegio di Novara-Torino-Vercelli, sia nel 1948 che nel 1953.

Nel 1958 non si ricandidò, ma continuò la sua azione politica come membro della Federazione del Pci di Novara e come consigliera comunale sia a Novara  che a Domodossola.

Dal 1959 al 1963 fu membro della segreteria della Federazione Internazionale della Donna a Berlino e nel 1965 divenne dirigente dell’Udi e dell’Anpi. Dal 1963 al 1968 è stata anche consigliera comunale a Milano.

Non smise mai di lottare e impegnarsi per i diritti delle donne sino alla morte giunta improvvisa, per arresto cardiaco nel 1993. 

 

 

Prof. Ettore Tibaldi

Nato a Bornasco il 19 dicembre 1887 e morto a Certosa di Pavia 1968, è stato un politico e partigiano, organizzò l’insurrezione operaia e partigiana di Villadossola. Rifugiato in Svizzera rientrò in Italia durante i “Quaranta giorni” della Repubblica dell’Ossola e fu Presidente della Giunta Provvisoria di Governo. Dopo la liberazione fu Vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana.

 

 

 
 

Giacomo Roberti

Domodossola 1894 - 1972. Iscritto al Partito Comunista sin dalla fondazione svolse opera antifascista e la sua osteria divenne centro di aggregazione degli oppositori al regime nazifascista. Fu tra i principali collaboratori di Tibaldi nell'organizzare le fila della Resistenza in Ossola e dal 12 al 23 settembre 1944 fu Commissario della Polizia e Servizi del personale nella GPG della Repubblica Partigiana. Venne poi sostituito da E. Colombo alias Oreste Filopanti.

 

Emilio Colombo

Milano 1886 - Como 1966. Dipendente delle Ferrovie aderì al Partito Comunista d'IItalia fin dalla fondazione e fu attivo in Ossola nel movimento cooperativo. All'inizio della Resistenza a Milano fu tra i principali organizzatori della 3°GAP Sempione e tra i promotori  dell'insurrezione di Villadossola. Dal 23 settembre 1944 fu Commissario alla Polizia nella Giunta Provvisoria di Governo

Don Gaudenzio Cabalà

Sacerdote ossolano notissimo per la sua atività partigiana, Canonico, Cappellano dell'Ospedale San Biagio di Domodossola, il 15 settembre 1944 sostituì Don Zoppetti quale Commissario per l'Istruzione, Igiene, Culto e Beneficienza.

Severino Cristofoli

Ingegnere, dirigente della Rumianca di Pieve Vergonte, procurò fin dagli albori, mezzi e sostentamento alla Resistenza ossolana. Durante la Repubblica partigiana fu Commissario per il Partito d'Azione per l'organizzazione amministrativa della zona all'interno della GPG.

Alberto Nobili

Dottore in scienze economiche, operatore commerciale di Domodossola, liberale, fu chiamato a reppresentare il proprio partito nella Giunta Provvisoria di Governo dell'Ossola e delle zone liberate con funzione di Commissario per le Finanze, Economia, Alimentazione.

Giorgio Ballarini

Indipendente, ingegnere, direttore della linea ferroviaria Domodossola-Locarno mantiene saldi i collegamenti con gli ambienti antifascisti svizzeri, sfruttando le possibilità offerte dal suo lavoro. Durante la creazione della zona libera fu Commissario per i Servizi Pubblici, Trasporti e Lavoro nella Giunta Provvisoria di Governo dell'Ossola.

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