Quadro generale della prima liberazione dell'Ossola
Il 9 settembre 1944 le formazioni partigiane "Valdossola", "Valtoce" e "Piave" liberarono l'Ossola e la Cannobina dando il via alla costituzione della "Repubblica dell'Ossola" durata una quarantina di giorni nell'autunno 1944.
La definizione "Repubblica dell'Ossola" in realtà fu una definizione successiva; era chiamata all'epoca solo "zona libera" e questa si estendeva per circa 1.600 km quadrati, con una popolazione intorno ai 75.000 abitanti.
Si costituì una Giunta Provvisoria di Governo, formata da elementi di diversi partiti, con sede a Domodossola; nei vari Comuni vennero ricostituite le amministrazioni locali, si riorganizzarono i sindacati e dati alle stampe diversi giornali, favorendo il dialogo e la discussione democratici.
Fra i tanti problemi affrontati dalla Giunta Provvisoria di Governo vi fu quello di garantire la sopravvivenza della popolazione e delle forze partigiane presenti, aiutata in questo dalla Confederazione Elvetica e dalla Croce Rossa svizzera. Mancarono invece gli aiuti promessi dagli Alleati all'Ossola, uscita dal loro quadro strategico.
Repubblica dell'Ossola
Sotto la denominazione di "Repubblica dell'Ossola" viene ricordato l'esperimento di autogoverno civile che ebbe luogo per sei settimane, dal 10 settembre al 23 ottobre 1944, sul territorio delle vallate ossolane e della Cannobina liberate dalle forze partigiane.
La denominazione "Repubblica dell'Ossola" in realtà fu una definizione successiva, poiché era chiamata all'epoca solo "zona libera".
Si costituì una Giunta Provvisoria di Governo, formata da elementi di diversi partiti, con sede a Domodossola; nei vari Comuni vennero ricostituite le amministrazioni locali, si riorganizzarono i sindacati e dati alle stampe diversi giornali, favorendo il dialogo e la discussione democratici.
L'attività della G.P.G. - che tramite la Svizzera ebbe contatti quasi diretti con il CLNAI, con Roma e con gli Alleati, e vide la partecipazione di personaggi di rilievo che nel dopoguerra assunsero incarichi di responsabilità parlamentari, istituzionali e nei partiti della nuova Italia - andò ben oltre l'ordinaria amministrazione, destando l'attenzione di stampa ed opinione pubblica internazionale ed ancor oggi è ricordata per lo spirito democratico e profondamente legalitario che la caratterizzò.
Nel 1945 venne concessa alla Valle dell'Ossola ed assegnata al Gonfalone della città di Domodossola, una Medaglia d'Oro al Valor Militare.
La composizione della Giunta Provvisoria di Governo
Appena liberata Domodossola, il 9 settembre 1944, un manifesto firmato dal comandante Dionigi Superti ordinava la costituzione di una "Giunta Provvisoria Amministrativa per la città di Domodossola ed i territori circostanti", più nota poi come Giunta Provvisoria di Governo e in sigla G.P.G. Tre giorni dopo un altro manifesto ne rendeva nota la composizione, che era la seguente: Presidente Ettore Tibaldi (Rapporti con l'estero - Collegamento con il CLN - Giustizia e inizialmente Stampa). Commissari: Giorgio Ballarini (Servizi Pubblici - Trasporti - Lavoro), Alberto Nobili (Finanze - Economia - Alimentazione), Don Luigi Zoppetti (Istruzione - Igiene - Culto - Beneficenza) poi sostituito da don Gaudenzio Cabalà, Giacomo Roberti (Polizia e Personale) poi sostituito da Oreste Filopanti pseudonimo di Emilio Colombo, Severino Cristofoli (Amministrazione della zona), Mario Bandini (Collegamento con l'Autorità militare e successivamente anche Stampa) pseudonimo di Mario Bonfantini, Luigi Mari (Affari tributari e finanziari) pseudonimo di Natale Menotti, Amelia Valli (Assistenza e Collegamento con le organizzazioni di massa) pseudonimo di Gisella Floreanini.
L'attività delle Giunta Provvisoria di Governo
La Giunta Provvisoria di Governo era formata da elementi di diversi partiti, con sede a Domodossola.
L'attività della G.P.G. - che tramite la Svizzera ebbe contatti quasi diretti con il CLNAI, con Roma e con gli Alleati, e vide la partecipazione di personaggi di rilievo che nel dopoguerra assunsero incarichi di responsabilità parlamentari, istituzionali e nei partiti della nuova Italia - andò ben oltre l'ordinaria amministrazione, destando l'attenzione di stampa ed opinione pubblica internazionale ed ancor oggi è ricordata per lo spirito democratico e profondamente legalitario che la caratterizzò, specie nel settore della giustizia.
La Giunta Provvisoria di Governo tenne undici sedute risultanti dai verbali redatti dal segretario e scritti su di un registro, il primo in data 11 settembre 1944 e l'ultimo del 7 ottobre, oltre a due altre di cui non esistono verbali, svoltesi rispettivamente l'11 ottobre a Domodossola ed il 15 ottobre a Formazza, presenti sette membri su nove. L'attività della Giunta Provvisoria di Governo è poi documentata anche nella Relazione ufficiale redatta collegialmente in Svizzera nell'inverno 1944/45 dai suoi componenti, ad eccezione di Gisella Floreanini che non era espatriata, e pubblicata per la prima volta nel settembre 1945. Tale relazione è corredata da due appendici, la prima riportante la situazione patrimoniale e rendiconto chiusi all'11 febbraio 1945 in Svizzera sulla base dei libri contabili, la seconda riguardante la questione delle merci inviate in Svizzera.
I giornali pubblicati durante la Repubblica dell'Ossola
Nel periodo della prima liberazione dell'Ossola, la ritrovata libertà si manifestò anche con un vivace e inatteso sviluppo della stampa. La Giunta Provvisoria di Governo diede alle stampe diversi numeri del "Bollettino Quotidiano di Informazioni", che in qualche modo ne assolveva i compiti di "Gazzetta Ufficiale" per la zona libera pubblicando atti e norme emanati, mentre come organo di informazione di C.L.N., G.P.G. e formazioni partigiane furono pubblicati quattro numeri del settimanale "Liberazione". Anche alcune fra le formazioni partigiane uscirono con un giornale proprio, così le "Garibaldi" con "Unità e Libertà", mentre la formazione di Di Dio diede alle stampe "Valtoce", su carta azzurra come il colore dei suoi fazzoletti ed ancora la neocostituita "Matteotti" fece uscire un numero de "Il Patriota". Fra le testate di partito si ebbero per il PCI un numero de "L'Unità" e per il PSI uno de "L'Avanti !", entrambi in edizione speciale.
La Caduta della Repubblica dell'Ossola
L'operazione "Avanti" di rioccupazione della zona libera dell'Ossola, fu redatta dal colonnello Buck, comandante del 15° reggimento di Polizia-SS.
Attaccarono 5000 uomini suddivisi su cinque gruppi, composti da SS Polizei e reparti italiani come la Guardia Nazionale Repubblicana, X Mas, Milizia "Venezia Giulia", paracadutisti dell'Aeronautica, SS italiane e altre unità.
L'operazione prese il via il 9 ottobre, rendendo evidente la superiorità di uomini e mezzi dell'attaccante, a cui fu opposta dai partigiani una strenua difesa in battaglie come quella di Migiandone, durata sino al 13, mentre il giorno prima erano caduti a Finero il comandante della "Valtoce" Alfredo Di Dio e della "Guardia Nazionale" colonnello Attilio Moneta.
Domodossola fu rioccupata dai nazifascisti nel tardo pomeriggio del 14 ottobre, la resistenza partigiana proseguì ancora sui tornanti della Formazza. Le formazioni "Valdossola" e "Valtoce", insieme con la Giunta Provvisoria di Governo - salvo Gisella Floreanini che con i garibaldini si portò in Val Sesia - espatriarono in Svizzera. Nella vicina Confederazione, che già aveva accolto 2000 bambini dell'Ossola, trovò rifugio anche un terzo circa della popolazione ossolana.
La motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militar per l'Ossola
Nel 1945 venne concessa alla Valle dell'Ossola ed assegnata al Gonfalone della città di Domodossola, una Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Mentre più spietata infieriva l'oppressione germanica e fascista, con il valore e con il cruento sacrificio delle formazione Partigiane e con l'entusiastico concorso delle popolazioni, insorgeva animosamente. Liberato il primo lembo di territorio alle frontiere, costituitasi un libero reggimento di popolo, l'uno e l'altro difendeva contro il nemico inferocito e preponderante per numero e per mezzi. Ravvivava così negl italiani la fede nell'avvento della democrazia e additava la via alla insurrezione nazionale liberatrice". Valle dell'Ossola, 9 settembre - 15 ottobre 1944.
La medaglia, che recava ancora lo stemma sabaudo, venne appuntata dall'allora ministro Jacini sul gonfalone della città capoluogo della zona libera, in occasione del primo anniversario della "Repubblica dell'Ossola", a Domodossola il 23 settembre 1945.