REPUBBLICA DELL'OSSOLA 70° ANNIVERSARIO 1944 - 2014

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Descrizione dei percorsi sulla destra della Toce

Sponda destra della Toce
 
Partendo da Domodossola, l'itinerario tocca Villadossola, teatro l'8 novembre 1943 di una delle primissime insurrezioni contro i nazifascisti, poi Pallanzeno alla cui periferia si consumò un eccidio collegato a tale insurrezione, transitando per Piedimulera

- località trattata nell'ambito dei percorsi relativi alla Valle Anzasca, trovandosi all'imbocco di tale vallata - indi Pieve Vergonte con la frazione di Megolo mezzo, luogo in cui il 13 febbraio 1944 si combatté la battaglia in cui cadde, con altri partigiani, il capitano Filippo Beltrami.
Si giunge poi ad Anzola d'Ossola, qui tredici partigiani furono trucidati il 6 agosto 1944 e più oltre nella frazione ornavassese di Migiandone, dove nell'autunno del 1944, durante la difesa della "Repubblica dell'Ossola", le formazioni della Resistenza tentarono di fermare i nazifascisti attaccanti nel corso di una delle più importanti battaglie della lotta di liberazione.
L'itinerario di conclude a Ornavasso, culla della formazione partigiana "Valtoce", di cui conserva numerose memorie ed un museo, mentre alla periferia sud sorge uno dei cippi di confine della "Repubblica dell'Ossola".


Villadossola

L'8 novembre 1943 a Villadossola scoppiò una delle primissime insurrezioni contro l'occupante tedesco e la neonata Repubblica Sociale Italiana, poi duramente repressa con diverse vittime, fra morti in combattimento, civili colpiti dal bombardamento aereo e fucilati.
Poco sopra l'abitato, alle pendici del monte Basciumo, c'è la Pianasca, piccolo alpeggio divenuto dall'ottobre del 1943 punto di ritrovo e di rifugio per militari sbandati ed antifascisti, che vi raccolsero le armi reperite fortunosamente nella fase organizzativa iniziale della resistenza ossolana in questa zona.
Alcuni dei componenti del "gruppo della Pianasca" furono poi tra i promotori della citata insurrezione e presso l'alpeggio - raggiungibile con sentiero che parte da piazza Prampolini, al Piaggio - è stato eretto un monumento a ricordo.
A ricordare il periodo resistenziale, è stata allestita a cura della locale sezione dell'ANPI una sala storica con oggetti e documenti, mentre la sala consiliare del Municipio di Villadossola - che nel decennale dell'insurrezione venne insignita dall'ANPI di Medaglia d'Oro al merito partigiano - è intitolata alla storica data dell'8 novembre 1943. 


Pallanzeno

Nella repressione che seguì l'insurrezione di Villadossola dell'8 novembre 1943, sei persone - tre delle quali completamente estranee ai fatti - furono catturate dai tedeschi e condotte a Pallanzeno dove, in un prato fra il canale artificiale e la linea ferroviaria, vennero fucilate.
All'ingresso di Pallanzeno - a sinistra provenendo da Villadossola - un cartello indica la via di accesso al cippo commemorativo, eretto nei pressi del campo sportivo, sul luogo in cui ebbe luogo l'eccidio.
Proseguendo oltre, dal successivo paese di Piedimulera si diparte il percorso per la Valle Anzasca.


Megolo e Pieve Vergonte

Nella sala consiliare del municipio di Pieve Vergonte, un affresco di Angelo Bersani ricorda la Resistenza, con motivi che si rifanno alla "Battaglia di Megolo".
Poco sopra la frazione pievese di Megolo mezzo, al Cortàvolo raggiungibile su strada carrozzabile e poi breve tratto a piedi dal parcheggio, il 13 febbraio 1944 ebbe infatti luogo la battaglia tra la formazione partigiana del capitano Filippo Beltrami, una delle prime sorte fra Cusio ed Ossola, ed un forte contingente di truppa tedesca e fascista.
La ricorrenza è annualmente ricordata con vasta partecipazione di delegazioni provenienti anche da fuori regione e di rappresentanti delle istituzioni dello Stato, rendendo omaggio al monumento.
Nel piccolo cimitero sono sepolti alcuni dei caduti della battaglia.


Anzola d'Ossola

Ad Anzola d'Ossola, nella piazza Martiri posta davanti al Circolo cooperativo, un monumento ricorda i tredici partigiani di una squadra della Divisione alpina "Beltrami" trucidati il 6 agosto 1944.
I giovanissimi partigiani morirono insieme al greco Aristotelee al cecoslovacco Karl Jara, accomunati nella lotta per la libertà dell'Europa intera; poco sopra l'abitato sorge invece la Cappella del Crocifisso, fatta restaurare come ex voto da un ufficiale delle "Garibaldi", Alessandro Guidobono Cavalchini, già comandante del Battaglione "Brunetto". 


Migiandone

Alla periferia sud di Migiandone, frazione di Ornavasso, poco oltre lo sperone roccioso sulla destra si intravedono i resti del "muro dei partigiani", costruito nell'autunno del 1944, durante la difesa della "Repubblica dell'Ossola", quando le formazioni della Resistenza tentarono di fermare qui - alla Punta di Migiandone dove sorgono anche opere fortificate della prima guerra mondiale, tra cui il "forte di Bara" - i nazi-fascisti attaccanti.
Dal cannone-monumento una facile mulattiera militare, con ampi cartelli esplicativi, risale il versante montuoso e porta ai piazzali per le batterie, con i ruderi delle costruzioni colpite nell'autunno del 1944 dall'artiglieria nazifascista che sosteneva l'operazione "Avanti" di rioccupazione dell'Ossola.
Continuando invece sulla provinciale, entrando nel primo sottopasso ferroviario a sinistra è visibile nei pressi della ex cappella dedicata a San Bernardo il cippo sul luogo dove il 14 giugno 1944 furono uccisi, dopo inaudite torture, quattro giovani partigiani catturati in precedenza.


Ornavasso

Ornavasso fu la culla della formazione partigiana "Valtoce", dal caratteristico fazzoletto azzurro, e dopo la caduta della "Repubblica dell'Ossola" sempre qui prese vita la "2a Valtoce" che insieme ad altre formazioni del "Raggruppamento Di Dio" continuò fra Ossola e Mottarone la lotta, sino alla liberazione di Milano nell'aprile del 1945: anche a ricordo di questo contributo, qui è sorta la Casa museo della Divisione "Valtoce".
Sulla spalletta del ponte sul rio San Carlo una lapide ricorda il partigiano "Mondo", Edmondo Rossi, ucciso proprio in quel luogo il 15 aprile 1945.
Nell'autunno del 1943, nella campagna in riva alla Toce i tedeschi fucilarono alcuni ebrei, sicuramente almeno due, i cui corpi furono poi raccolti e sepolti nel cimitero ornavassese.
A lato del santuario del Boden, un monumento ricorda i partigiani del "Valtoce", mentre nei pressi dell'imbocco dell'autostrada A 26, un monumento - quasi un menhir in pietra locale - è dedicato alla Resistenza, proseguendo dritti lungo la vecchia strada per Gravellona Toce, vicino al passaggio a livello, sorge uno dei cippi che ricordano il confine della "Repubblica dell'Ossola". 

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